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Viaggio nella Marca. I luoghi del cavaliere errante

Aggiornamento: 16 gen 2023


I primi due romanzi della saga d'avventura storica Il cavaliere errante hanno come palcoscenico le Marche centrali, nello specifico le attuali province di Macerata e Fermo.


Questo territorio, fino alla fine del XI secolo, segnava in realtà il confine tra due Marche. Quella Anconitana, costituita dall'imperatore Enrico IV di Hoenstaufen intorno al 1090 e quella Fermana, di più antica data (la prima attestazione in un documento è del 983 d.C. firmato dall'imperatore Ottone II) e controllata dal potente vescovo di Fermo.

Confine molto fluido dal momento che i documenti dell'epoca, i principali raccolti nel Codice 1030 dell'Archivio vescovile di Fermo, ci mostrano una rete fittissima di pertinenze, proprietà, vendite e interventi che si intersecano senza che si possa stabilire un chiaro quadro della situazione effettiva.


Nell'anno di ambientazione dei romanzi, l'inizio del XII secolo, un cambiamento radicale è alle porte. I "Rettori" imperiali della Marca Anconitana, già duchi di Spoleto, proprio in questo periodo prendono saldamente il controllo del territorio tanto che, per una ottantina di anni circa, la regione sarà indicata nelle cronache e negli atti notarili come "Marca dei Guarnieri", dal nome dei più noti esponenti di questa famiglia comitale: Werner I e Werner II. L'appartenenza alla famiglia dei Lenzburg, storicamente non provata, è stata loro attribuita da storici locali in età moderna.

Allo stesso modo appare forzata la connessione con la potente famiglia degli Urslingen, che furono duchi di Spoleto a partire dalla metà del XII secolo ma con quella che sembra essere stata una nomina nuova per mano dell'imperatore Federico I Barbarossa.






Ciò che storicamente sappiamo essere accaduto è che questo accentramento di potere ai danni anche del vescovo di Fermo fu favorito dall'imperatore Enrico IV ma non conosciamo esattamente come si siano svolti i fatti, né quali provvedimenti i Guarnieri abbiano intrapreso per prendere il controllo del territorio. É in questa situazione di fumosità delle fonti che un romanziere può intervenire con efficacia senza correre il rischio di forzare troppo la storia. Proprio come piace a me! Così, il cavaliere errante Guibert può essere protagonista delle sue avventure con una buona dose di libertà, basta solo fare attenzione a preservare la plausibilità storica mentre colmo i vuoti lasciati dalle cronache.


Andiamo adesso a scoprire alcuni suggestivi luoghi della Marca, teatro dell'epica cavalleresca del Cavaliere errante Guibert.

Guibert, Il cavaliere errante, Terra straniera, La guerra di Guibert
Marca Anconitana meridionale

Nella cartina disegnata da Moreno Paissan, che vi invito a seguire perché artista di grandissimo talento, potete osservare la disposizione dei vari borghi fortificati. Alcuni vengono solo citati nel corso delle opere letterarie ma altri sono e saranno al centro delle vicende (e nel terzo romanzo, la scena si amplierà ancora di più!)



CIVITAS NOVA


Il borgo dove tutto ha inizio. Primo a liberarsi del Vicario imperiale, vassallo del Marchese Guarnieri, e a dotarsi di una forma di governo autonoma. I suoi consoli vengono eletti ma non si tratta di cariche alle quali ogni singolo uomo libero possa aspirare. Di fatto, è un governo ancora lontano da una vera democrazia. L'esempio, però, ispirerà i ceti abbienti dei borghi limitrofi, i cosiddetti Boni Homines, e la scintilla divamperà in un fuoco che rischia di spazzare via il controllo imperiale sull'area.


Nell'antichità Cluana, la città fondata dai romani, sorgeva lungo le coste dell'Adriatico. Intorno al IX secolo gli sparuti sopravvissuti ai secoli della decadenza dell'Occidente si rifugiarono sul colle (come racconto in Apocalypsis Nunc) dove fondarono una nuova comunità, una Civitas appunto Nova.


L'impianto murario, sopravvissuto nel suo perimetro è andato invece perduto per buona parte perduto nell'architettura perché inglobato nelle opere di consolidamento del tessuto urbano, a partire dall'età moderna. Riesce comunque a darci l'idea di quanto fosse esteso il borgo. Nel 1109, quando Guibert arriva e la storia del Cavaliere errante ha inizio, la vita cittadina ha il suo fulcro nella città fortificata ma diversi castelli sono sparsi per il territorio, insieme a pagi, pievi e a un insediamento di discrete dimensioni in prossimità del porto, alla foce del fiume Cluentum (l'attuale Chienti).



Dei due castelli che alcuni documenti attestano presenti sul colle, a poche centinaia di metri di distanza l'uno dall'altro (una situazione tutt'altro che anomala) non restano che vaghe tracce, riferimenti



MONS CAUSARIO

La prima attestazione documentale di questo borgo risale alla fine del X secolo ma l'insediamento è molto più antico, e i ritrovamenti archeologici conducono all'epoca pre-romana i primi, stabili, costrutti abitativi attribuibili alla cultura Picena.


Esisteva una fortezza che vegliava sull'abitato, nella sua parte più alta ancora oggi ricordata come "cassero" anche se della fortificazione non resta più alcuna traccia. Nella storia raccontata ne "La guerra di Guibert" ho utilizzato la famiglia dei Tenaldi, la cui esistenza è certificata da alcuni atti di compravendita di terreni nei dintorni del borgo. All'arrivo di Guibert nella Marca il borgo è sotto il controllo del vicario Attone, un uomo tutt'altro che coraggioso la cui unica forza è il possesso di questo baluardo difficile da attaccare data la sua collocazione geografica.

Nella foto si può notare all'estrema destra del borgo l'area in cui sorgeva un tempo il poderoso castello, oggi trasformata in un parco cittadino. Terreno sopraelevato e ben pianeggiante sono gli unici dettagli che ricordano la fortezza demolita. La porta di San Lorenzo

Uno dei tre principali ingressi di Mons Causario. La porta di San Lorenzo (oggi "del castello") è stata trasformata, nel corso dei secoli, in dimora privata, poi in sede per una congrega gesuita fino all'attuale ripartizione in più nuclei abitativi separati. Purtroppo oggi, del portale medievale, resta ben poca traccia. Qui si svolge una scena chiave della trama di "La guerra di Guibert", volevo mostrarvi come appare oggi il complesso architettonico che descrivo nel romanzo.



MONS LUPONIS


Una delle ipotesi relative al nome dell'attuale Montelupone si fonda sulla presenza, in quest'area, di alcuni esponenti della famiglia romana Lippia, in particolare Lupo il quale, sembrerebbe, costruì una suntuosa villa nel luogo oggi occupato dalla cittadina.


Sicuramente l'area era abitata in epoca Picena, con resti risalenti al VI secolo a.C. ma sull'origine del nome e sulle vicende medievali l'assenza di documenti pesa, lasciando lo spazio a numerose interpretazioni leggendarie e popolari. Fondamentale per lo sviluppo dell'abitato fu l'azione della famiglia Grimaldi che sovvenzionò, verso la fine del X secolo, il vicino monastero di San Firmano che fece la fortuna delle popolazioni nelle sue pertinenze. Nel 1109 il borgo dipende dal Vicario Attone di Mons Causario e sarà un baluardo per i vassalli del Marchese quando Guibert comincerà a fare sul serio, conducendo la reazione dei Liberi Comuni allo strapotere dei vicari con un'efficacia che nessuno si sarebbe mai aspettato.


In questa si vede l'area in cui Guibert porterà i suoi armati e... NIENTE SPOILER!

SANCTO ELPIDIO


Nella penuria generale di documentazione per la Marca del XII secolo, il castello dedicato al santo abate giunto dalla Cappadocia, Elpidio (uno dei primi seguaci del cenobitismo di San Pacomio) è sicuramente il più carente. La sua fondazione entro le pertinenze della potente abazia di Santa Croce, la cui fondazione fu patrocinata dall'imperatore Carlo il Grosso, può farci ipotizzare un rinnovato spirito comunitario per le popolazioni sparpagliate della zona, non ancora riunitesi in nuovi centri di discreta dimensione dopo i disastri della Guerra Gotica, grazie all'installazione dell'influente monastero nel territorio. Zabulina, da me caratterizzata come "la terribile", è personaggio storico di cui conosciamo solo il nome il quale compare, in vece del marito defunto, in alcuni atti notarili. Nobildonna di una certa influenza, stando alle carte, nella storia di Guibert il cavaliere errante diviene la più forte dei Vicari che contrastano l'afflato libertario dei Comuni e l'unica, al momento, a ricevere costanti rinforzi dall'altra sponda dell'Adriatico, i terribili Slavoni che danno filo da torcere a Guibert e i suoi alleati.


Per ora mi fermo qui ma questo articolo sarà un laboratorio di comunicazione con tutti voi lettori. Vi mostrerò le località minori, andandole a fotografare di persona e vi parlerò dei luoghi storicamente meno celebri ma importanti per la trilogia del Cavaliere errante. Se volete conoscere alcuni posti di cui avete letto nei romanzi finora pubblicati,

scrivete nei commenti.


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