Il Giglio e il Grifone
- Giovanni Melappioni

- 20 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 ott
Il ritorno della trilogia di acciaio, onore e vendetta
Il Medioevo ha sempre esercitato un fascino determinante per la mia personalità, sin da bambino. Con l'approfondire della mia conoscenza, però, ho iniziato a maturare una certa frustrazione per le semplificazioni che ci sono state imposte, anche a livello scolastico. La piramide feudale, lo ius prime noctis, i roghi, la sporcizia... un oscurantismo che non ho mai digerito.

Ho iniziato a scrivere romanzi nel 2006, e non ti nascondo che avrei voluto sin da subito parlare di Medioevo a modo mio. Colto, però, dal timore di non saper scrivere come avrei desiderato, per una decina di anni ho lasciato che fossero altre epoche storiche a fare da palcoscenico alla mia fantasia letteraria, tenendo sempre in mente che prima o poi sarei approdato al "Mille" o giù di lì per raccontarlo come avrei voluto.
Con il tempo ho affinato la mia scrittura e nel 2016 ho pubblicato Forgiati dalla Spada, il primo romanzo dei tre contenuti nella trilogia de Il Giglio e il Grifone. Questa saga nasce proprio dal desiderio di andare oltre l’immagine superficiale e convenzionale, per provare a restituire al lettore il Medioevo nella sua realtà viva e contraddittoria.
Sin dalla prima battuta sulla tastiera, sapevo che non avrei scritto soltanto un racconto di avventure cavalleresche, ma che mi stavo addentrando in un esperimento narrativo più profondo: un viaggio dentro un mondo che non era né buio né luminoso, ma complesso, sfaccettato, duro e affascinante allo stesso tempo. Non sono stato il solo a farlo, ovviamente, e ben più fulgide penne mi hanno anticipato ma ogni autore, consapevolmente o meno, porta un messaggio con sé, qualunque argomento voglia trattare. Anche nel romanzo storico. Wu Ming, ad esempio, ha usato il romanzo storico per denunciare le incongruenze del presente, le disuguaglianze sociali, i difetti del potere — fedeli al loro allineamento politico, per loro il potere è sempre fascismo e tale appaiono i "potenti" delle loro storie. Umberto Eco, invece, attraverso il Medioevo ha raccontato il rapporto fra cultura e oscurantismo, immaginando una Chiesa che teme la ragione, i libri e il sapere per parlare di un presente che forse dimentica quanto sia fondamentale la cultura anche quando la modernità ci ha portato benessere oltre ogni immaginazione.
Io ho scelto una strada diversa.
Il mio messaggio è il Medioevo stesso. Non un pretesto, non una metafora, ma l’oggetto vivo e pulsante della narrazione. È il Medioevo che ho studiato, il Medioevo che cerco di far rivivere attraverso la mia sensibilità: con i suoi rituali, i suoi legami di fedeltà, i suoi diritti feudali, le sue guerre e le sue alleanze, che a volte risultano lontane e difficili da comprendere per chi legge oggi, ma che proprio per questo hanno un fascino irripetibile.
Il Giglio e il Grifone. Una lettura per appassionati!
Questa non è una lettura “da spiaggia”. Non è un romanzo pensato per scorrere leggero e innocuo, come un intrattenimento qualsiasi. È un percorso, un viaggio che richiede di calarsi in un mondo diverso, di accettarne la mentalità, le regole e le contraddizioni.
Ci sono pagine che ti entusiasmeranno, con assedi, cavalcate e battaglie. Ma ci sono anche momenti in cui dovrai rallentare, perché sarai testimone delle dinamiche più profonde del sistema feudale: le relazioni di vassallaggio, gli equilibri di potere, le fratture che nascono dai diritti e dai doveri reciproci. Ci sono momenti in cui la mentalità del tempo, per quanto mediata dalla mia sensibilità, ti apparirà comunque aliena e difficile da comprendere. Sono parti che possono sembrare ostiche, ma che in realtà sono il cuore stesso della narrazione: senza di esse, il Medioevo diventerebbe solo una scenografia.
Questa trilogia non cerca di piacere a tutti i costi. Cerca invece di restituire un’esperienza, di aprire uno spiraglio su un’epoca che non possiamo capire davvero se non accettiamo anche la sua complessità.
Questi romanzi sono per te che se mi segui, allora non ti accontenti della superficie.
Per te che credi che leggere Storia significhi non solo emozionarsi, ma anche confrontarsi con una mentalità altra, distante eppure capace di parlare ancora a noi.
Per te che sai apprezzare il brivido di un assalto notturno e, subito dopo, sei a tuo agio dentro un consiglio feudale dove ogni parola pesa come un colpo di spada.

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