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Immagine del redattoreGiovanni Melappioni

Sei buoni motivi per temere i... Vichinghi!

Aggiornamento: 17 nov

Gli attacchi dei Vichinghi erano rapidi, devastanti e inarrestabili. Ma cosa rendeva questi guerrieri del Nord così efficaci nei loro saccheggi? Scopriamolo insieme


IMPORTANTE Questo articolo parla esattamente di Vichinghi, riferendosi a quegli Scandinavi che, stagionalmente, si dedicavano alle attività di pirateria, saccheggio delle coste, razzia e, almeno nei primi decenni, ritorno a casa con il bottino e storie da raccontare.


1. Incursioni rapide e precise


I Vichinghi propriamente detti non avevano l’obiettivo di conquistare città o regni, puntavano a obiettivi molto più semplici ma ugualmente redditizi: cibo, prigionieri e bottino. Le loro incursioni erano fatte di piccole squadre su poche navi, capaci di colpire dove meno ce lo si aspettava. Navigavano lungo la costa con le vele abbassate per non essere avvistati, poi sbarcavano e colpivano duramente prima che chiunque potesse organizzare una difesa. Quando tutto andava bene, in poche ore erano già tornati sulle navi con il bottino, lasciando dietro di sé macerie e cadaveri.



2. I combattimenti navali erano una rarità, ma letali


Anche se le battaglie navali non erano frequenti, quando accadevano, i Vichinghi sapevano come sfruttarle a loro vantaggio. Non cercavano di affondare le navi nemiche: una nave affondata non ha alcun valore. Preferivano attaccare in massa, avvicinandosi rapidamente e lanciando frecce dalle loro longboat, protetti dagli scudi incassati lungo le murate all'interno di appositi supporti che ne lasciavano l'impugnatura a portata di mano. Un'astuzia che permetteva di avere le mani libere per il combattimento a distanza e averli pronti all'utilizzo per il combattimento corpo, una volta raggiunta l'imbarcazione avversaria.


3. Maestri degli agguati


Nel mondo medievale, gli eserciti marciavano spesso in formazione serrata, confidando nella forza del numero e, soprattutto, perché non c'era altro modo, per i comandanti, di condurre e controllare le proprie forze. Ma i Vichinghi, combattenti individuali, ben motivati e abituati ai paesaggi selvaggi del Nord, erano specialisti negli agguati. Le forze che si raccoglievano per contrastarli, una volta sparsa la notizia della loro comparsa, venivano spesso attaccata all'improvviso e sbaragliate grazie alla brutalità e all'effetto sorpresa.



4. Adattabilità in battaglia


Anche i migliori piani possono fallire, ma i Vichinghi erano noti per la loro capacità di adattarsi velocemente. Se un attacco non andava come previsto, cambiavano rapidamente strategia. Sembra un'ovvietà ma si tratta di un aspetto di resilienza assente nelle forze "feudali" (mi si conceda il termine) alle quali spesso bastava una sconfitta, anche minore, per averne abbastanza di quella campagna militare. Gli Scandinavi che si facevano Vichinghi avevano altri obiettivi, precisi e condivisi da tutti per raggiungere i quali si spendevano davvero con grande caparbietà.

5. Erano spregiudicati

Per i Vichinghi, nulla era sacro. Non avevano scrupoli a saccheggiare qualsiasi luogo potesse rendere il bottino migliore. Inoltre, ignoravano le regole di guerra del tempo. Non seguivano i calendari militari che regolavano le stagioni di battaglia, né rispettavano alcun codice di condotta. Colpivano quando e dove il nemico meno se lo aspettava, sovvertendo ogni aspettativa e sfruttando l'effetto sorpresa e l'inganno in ogni occasione.



6. La battaglia corpo a corpo era il loro forte

I Vichinghi avevano fretta di compiere la propria scorreria. Se c'era da combattere, cosa che mettevano in conto sin dall'inizio, preferivano non tergiversare e giungere subito, con estrema violenza, al contatto. Le loro tattiche erano progettate per muoversi rapidi e evitare il grosso delle forze nemiche ma quando non era possibile eludere la risposta armata delle popolazioni aggredite, avevano tutto l'interesse ad arrivare faccia a faccia con il nemico, seminare il terrore e costringerlo a fuggire o a cadere sotto i colpi delle loro asce e spade. Una brutalità e una risolutezza alle quali le milizie raccolte in gran fretta, spesso, non erano in grado di resistere. Né, al contrario, tali forze di reazione erano sempre in condizioni di combattere con la stessa intensità.



In definitiva, la combinazione di sorpresa, adattabilità e spietatezza rendeva i Vichinghi temibili predoni. Il loro modo di combattere, libero dalle convenzioni dell'epoca, li rese una minaccia imprevedibile e letale. Le loro tattiche e l'aggressività ebbero un impatto ancora maggiore quando, dai saccheggi stagionali, passarono alle invasioni volte alla conquista di nuove terre, ma di questo parlerò in futuro. SCOPRI L'EPOPEA VICHINGA CON I RACCONTI DELL'ANTOLOGIA



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