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Manifesto letterario del "Raccontare la Storia"

 

Raccontare la storia senza stravolgerla nel tentativo di renderla più accattivante.


Lo slancio creativo non è mai volto a raccogliere il consenso del largo pubblico, spesso distratto dagli orpelli della narrativa collocati a coprire la scarsità di contenuto. Scopo dell’attività è la continua ricerca di una struttura comprensibile, un linguaggio chiaro e una lettura avventurosa degli eventi nel rispetto quanto più assoluto della coerenza storica. A tale scopo, l’autore pone massima attenzione alla costruzione coerente dell’epoca da lui scelta avvalendosi di un apparato di ricerca degno di una scrittura accademica ma utilizzando il medium della scrittura creativa, per appassionare, entusiasmare e coinvolgere i lettori.

Caratteristica peculiare è la scelta di protagonisti d’invenzione i quali potranno interagire con personaggi storici conosciuti o meno ma rimanendo sempre i mediatori della narrazione. Questo punto è di particolare rilevanza perché raccontare la storia attraverso le gesta di chi la Storia l’ha fatta può essere un filtro in contrasto con lo scopo primario del movimento. Personaggi più grandi del loro tempo, come Giulio Cesare, Federico II di Svevia o Napoleone Bonaparte possiedono un peso specifico troppo grande, per loro stessa natura hanno travalicato i tempi da loro vissuti divenendo immortali. Di fatto, non raccontano la loro epoca ma la modificano, la stravolgono. Senza nulla togliere al genere di narrativa che parte dal punto di vista di personaggi celebri, gli autori aderenti a questo movimento daranno spazio a esseri umani immersi nell’epoca prescelta e più testimoni che assoluti protagonisti delle sue peculiarità maggiori. Rimanendo, al contempo, protagonisti assoluti delle loro personali storie.

Gli eventi narrati e i protagonisti scelti come tramite dell’epica che si compone non devono subire modernizzazioni né risultare incoerenti rispetto al contesto del loro divenire al solo scopo di renderli più piacevoli per il pubblico di massa. I loro sentimenti sono sempre giustificati con l’epoca vissuta, anche a costo di opporsi con fermezza a quanto rientra oggi nel concetto di politically correct, al quale si contrappone con decisione quello di historically correct, sempre e comunque.

Coniugare rigore storico e scrittura appassionante significha l’astenersi dal didascalico, dall’ampolloso, dal barocchismo, dall’info dump e dal deus ex machina come escamotage risolutivo. La costruzione della coerenza storica va di pari passo con quella degli eventi della narrazione, ne è compagna imprescindibile per la realizzazione di quello che va inteso come un concreto, quanto più realistico e entusiasmante possibile, viaggio nel tempo.

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