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Immagine del redattoreGiovanni Melappioni

Fraxinetum: la Fortezza Musulmana nel Cuore della Provenza Medievale


Fraxinetum, conosciuta oggi come La Garde-Freinet, rappresenta uno degli episodi più affascinanti della storia medievale europea e mediterranea. Questa fortezza musulmana, fondata alla fine del IX secolo, divenne il centro di uno stato di frontiera che, per circa 85 anni, giocò un ruolo cruciale nella geopolitica della Provenza, controllando i passaggi alpini e minacciando le regioni limitrofe fino all'abbazia di San Gallo, in Svizzera. Ma come si è sviluppata questa roccaforte e perché è stata così influente nella storia medievale?



Fraxinetum e il contesto storico


Fraxinetum si colloca in un contesto di ampie trasformazioni sociali, politiche e militari. La fine dell'Impero Carolingio aveva lasciato un vuoto di potere nella Francia meridionale, che divenne preda di incursioni vichinghe, musulmane e ungare. Nel caso di Fraxinetum, gli invasori provenivano da al-Andalus, la Spagna musulmana. Secondo le fonti arabe e latine, la fortezza venne stabilita intorno all'887, quando un gruppo di marinai andalusi si stabilì nella zona del Mont des Maures, vicino all'attuale Saint-Tropez, e prese controllo di un antico forte romano.

Il nome "Fraxinetum" deriva dal latino "fraxinus", ossia "frassino", probabilmente riferendosi ai boschi di frassini che ricoprivano la collina. Questa collocazione strategica forniva una vista dominante sulla regione circostante, offrendo ai musulmani una posizione sicura e un punto di controllo cruciale sulle vie di comunicazione.


L'espansione di Fraxinetum


Dalla sua fondazione, Fraxinetum si sviluppò rapidamente. Gli andalusi, dopo aver consolidato il loro potere in Provenza, cominciarono a espandere le loro incursioni sia a est che a nord. Le cronache riportano che, entro pochi anni, i musulmani controllavano i principali passi alpini occidentali, come il Moncenisio, garantendosi il controllo sulle rotte commerciali e sui pellegrini diretti a Roma. La loro capacità di espandersi così velocemente fu in parte dovuta alla frammentazione politica della Provenza e alla debolezza delle autorità locali, incapaci di opporre una resistenza coesa.

Le incursioni musulmane toccarono località come Marsiglia, Arles, Aix-en-Provence, e si estesero fino alla Lombardia e al Piemonte. La presenza di Fraxinetum non si limitava solo alla Provenza, ma ebbe un impatto diretto anche sull’Italia settentrionale. Ad esempio, nel 906 gli uomini di Fraxinetum minacciarono le città italiane di Susa, Acqui e Oulx, stabilendo temporaneamente il controllo su questi centri strategici.



La vita sotto il dominio di Fraxinetum


L’organizzazione sociale e politica di Fraxinetum era unica per l’epoca. Gli abitanti della regione, per la maggior parte cristiani, non venivano convertiti con la forza all'Islam, ma piuttosto sottomessi attraverso un sistema di tassazione. I musulmani permettevano ai cristiani di mantenere la loro religione e autogovernarsi, in cambio del pagamento della "jizya", una tassa destinata ai non musulmani, tipica del sistema islamico.

Le relazioni tra i conquistatori e i popoli locali erano basate su un equilibrio di forza e diplomazia. Mentre Fraxinetum era una roccaforte militare, giocava anche un ruolo fondamentale nel commercio, in particolare nella tratta degli schiavi. Gli abitanti locali temevano le incursioni per la cattura di schiavi, poiché molti di loro venivano venduti nei mercati di al-Andalus o del Medio Oriente. La popolazione cristiana subiva incursioni costanti, e molti degli schiavi catturati venivano portati in Spagna o nei mercati dell'Oriente islamico, alimentando un lucroso commercio di uomini e donne.


Le incursioni e il declino


L'apice del potere di Fraxinetum arrivò negli anni '40 del X secolo, quando la fortezza non solo controllava i passaggi alpini, ma si era anche consolidata come base operativa per le incursioni in tutto il bacino del Mediterraneo occidentale. Una delle più audaci spedizioni fu l'attacco all'abbazia di San Gallo, in Svizzera, nel 939, che mise in evidenza la portata e la ferocia delle incursioni musulmane.

Tuttavia, il dominio di Fraxinetum non era destinato a durare per sempre. La fortezza divenne un obiettivo primario per i sovrani europei, preoccupati per la sicurezza delle loro frontiere e delle rotte commerciali. Nel 941, il re Ugo d’Italia tentò di assediare Fraxinetum con l’aiuto dell’Impero Bizantino, ma la campagna fallì a causa di tensioni interne in Italia. Il fallimento di questa campagna e il conseguente accordo tra Ugo e i musulmani permise loro di mantenere il controllo sui passaggi alpini per altri tre decenni.


La situazione cominciò a cambiare nel 954, quando Fraxinetum entrò in conflitto con un altro temibile gruppo di invasori: gli Ungari. Questo scontro segnò l'inizio del declino della roccaforte musulmana. Nel 972, uno degli eventi chiave che portò alla caduta definitiva di Fraxinetum fu il rapimento dell'abate Maiolo di Cluny. Questo atto galvanizzò una coalizione di nobili provenzali e piemontesi, guidata da Guglielmo I di Provenza, che riuscì a sconfiggere le forze musulmane nella battaglia di Tourtour.



La caduta di Fraxinetum e l'eredità


Dopo la battaglia di Tourtour, Fraxinetum fu assediata e cadde nel giro di pochi mesi. Molti dei musulmani che non riuscirono a fuggire furono uccisi o ridotti in schiavitù. Coloro che rimasero, in alcuni casi, si convertirono al cristianesimo e furono assorbiti nel sistema feudale locale come servi della gleba. Le terre della roccaforte vennero suddivise tra i nobili provenzali che avevano partecipato alla campagna, ponendo fine a quasi un secolo di dominio musulmano in Provenza.



Conclusione

Fraxinetum è un esempio chiave della capacità dei musulmani di espandersi e adattarsi a nuovi contesti geografici e politici. Il loro dominio in Provenza rappresentò una minaccia per il mondo cristiano, ma al contempo una finestra di dialogo e scambio culturale. Sebbene la roccaforte alla fine cadesse, la sua influenza si sarebbe fatta sentire a lungo nella storia della regione, ricordando come il Mediterraneo medievale fosse un luogo di interazioni complesse tra civiltà diverse.



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