La struttura, un tipico esempio di torre con motta (Motte and Bailey: motta e recinto in inglese), fu eretta per ordine di Guglielmo il Conquistatore nel 1068 proprio nel centro della città di York, per controllarne la popolazione. Per fare spazio alla costruzione vennero però abbattute decine di case e il malcontento della popolazione locale, un misto di sassoni e scandinavi (York era stata la principale città della Northumbria, ultimo regno danese in Inghilterra), sfociò presto in aperta rivolta. La situazione venne affrontata dapprima dallo sceriffo William Malet ma lo stesso re Guglielmo intervenne conducendo una campagna militare nel 1069 e ordinando che una seconda motta fortificata venisse eretta vicino alla precedente.
Il fuoco della rivolta, però, continuava a covare e nel 1070 vi fu una grande sollevazione guidata dal conte Gospratic, che si era comprato il titolo con un’ingente somma di denaro di cui Guglielmo non poteva fare a meno. Dalla Scandinavia giunsero barche cariche di guerrieri, per buona parte veri e propri vichinghi pronti ad approfittare della situazione, i quali uniti ai ribelli locali posero sotto assedio le fortezze gemelle di York e in generale compromisero il controllo normanno nell’intera regione.
I difensori normanni tentarono di spezzare l’assedio appiccando dei fuochi controllati alle abitazioni civili che contornavano le fortezze ma il piano sfuggì loro di mano e i due castelli, con buona parte di York, vennero devastati dall’incendio. La guarnigione, senza più i baluardi a difenderla, venne trucidata e Malet fu preso prigioniero con tutta la sua famiglia.
L’intervento di re Guglielmo riportò la situazione alla normalità. Il castello originario venne ricostruito e rinforzato da un fossato il cui livello veniva mantenuto costante grazie alla realizzazione di un lago artificiale e di una diga che dovevano contenere le frequenti inondazioni del fiume Foss. Queste opere sono riportate nel celebre Domesday book elenco del grande censimento generale ordinato dal Conquistatore nel 1086. Il sistema idrico era così efficiente che alla metà circa del secolo successivo c’erano due mulini operativi all’interno della fortificazione.
I mulini furono dati in gestione ai Templari, verso la fine del XII secolo.
Con forme e funzioni diverse il castello è giunto fino ai nostri giorni. La Clifford's tower, come è conosciuta oggi, presenta ancora la motta, anche se più alta rispetto all'originale e sormontata da una struttura in pietra.
Il progrom di York
Sembra che non vi fosse una consistente popolazione ebraica, in Inghilterra, negli anni precedenti la conquista normanna. Fu Guglielmo a incentivare le famiglie di usurai ebraiche a seguirlo, in cambio della stessa protezione garantita loro nel ducato di Normandia, perché il re aveva costantemente necessità di denaro liquido per le sue campagne militari. La protezione del re non poteva, però, annullare il risentimento verso la gente che aveva, nella mente dei cristiani dell’epoca, ucciso il figlio di Dio. L’odio nei confronti degli israeliti sarà una costante della storia e non fece certo eccezione la popolazione medievale di York.
La comunità ebraica di York prosperò comunque, soprattutto durante il regno di Enrico II (1154-1189), sempre muovendosi al margine della società, nell’indifferenza quando andava bene e nel serpeggiante odio come normalità. Nel 1189 le cose cambiarono drasticamente. La volontà del nuovo re, Riccardo Cuor di leone, di intraprendere il viaggio armato verso la Terra Santa alimentò un fervore religioso che non prometteva nulla di positivo. L’anno successivo, a marzo, un certo Richard Malbisse, indebitato fino al collo con Aaron di Lincoln, il più ricco ebreo d’Inghilterra, utilizzò la scusa di un incendio (forse da lui stesso appiccato, secondo lo storico inglese Lawrence Butler) per guidare un pogrom contro la comunità ebraica locale. Per prima cosa venne assaltata la casa dell’agente di Aaron, morto poco tempo prima, che venne incendiata dopo l’assassinio della moglie e dei figli del prestasoldi.
Il leader ebreo Josce radunò allora tutta la comunità e chiese asilo al conestabile che concesse alle circa centocinquanta persone terrorizzate alla sua porta di accedere alla torre del castello, in attesa che la situazione si risolvesse. Nel mentre che il conestabile incontrava i capi della folla inferocita, radunata tutt’intorno al castello domandando la conversione di tutti gli ebrei, Josce e il rabbino Yom Tov convennero che non c’era alcuno scampo per loro. Piuttosto che accettare la conversione imposta, presero la decisione di morire tutti quanti di propria mano. I capi famiglia uccisero i famigliari, poi il rabbino ucciso loro e infine si suicidò dopo aver dato fuoco alla torre del castello, per impedire che i loro corpi finissero violati.
Una manciata di ebrei tentò di barattare la propria vita con la conversione richiesta, affidandosi alla clemenza della popolazione locale. Non ci fu pietà nemmeno per loro, vennero tutti quanti uccisi il giorno seguente. Fu uno dei peggiori massacri di ebrei della storia d’Inghilterra. La torre venne ricostruita e la motta alzata di ulteriori quattro metri, probabilmente per seppellire le fondamenta arse piuttosto che scavare per rimuoverle.
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